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sabato 5 dicembre 2009

Proteggere il crocifisso? Molta enfasi e pochi valori.


I nostri amministratori (di Vailate, ma anche quelli a livello nazionale) si sono lanciati nella difesa del crocifisso, e stiamo parlando proprio dell’oggetto, quello che viene appeso nella aule degli edifici pubblici italiani.
È una scelta rispettabilissima, e sia ben chiaro che non ho alcuna intenzione di entrare, come dice il Sindaco stesso nel consiglio comunale del 25 novembre '09, nella sfera della “sensibilità” religiosa dei miei concittadini.


Un conto, però, è la fede, un conto è la storia dell’Europa che viene tirata in ballo proprio in questo dibattito.

A scanso di equivoci, dico subito che io non sono più cattolico, ma resto comunque profondamente legato alla figura metaforica dell’uomo Gesù, ed ai valori da lui trasmessi (forse solo in parte) nei pochi vangeli che sono giunti fino a noi. Uguaglianza, fratellanza, spirito di carità.

Quello che mi chiedo, e francamente credo di non essere il solo a porsi il dubbio, è se tutto ciò non sia una banalissima mossa politica; lo stesso capogruppo di maggioranza Cassani, nel suo intervento ha posto il problema, chiedendo pubblicamente se questa iniziativa non sia utile solo ad una attrattiva verso l’elettorato cattolico.
Se avesse deciso di non alzare la mano al momento del voto a favore (cosa che, invece, ha fatto), avrei apprezzato ancora di più il suo intervento.

Il pensiero di un cittadino è una cosa, una mozione votata pubblicamente è un’altra.
È un atto politico, e mi chiedo come possano i nostri dipendenti (i politici) prendere iniziative così forti senza prima parlarne con noi promuovendo incontri pubblici, o attraverso sondaggi e questionari preventivi.

Perché uso parole così dure?
Perché è curioso che siano tutti pronti a difendere un simbolo, senza però usare la stessa energia o enfasi nel difendere i valori di legalità e civiltà che nel nostro Paese vacillano parecchio.

Uso dei numeri, per spiegarmi meglio:
1.
Un rapporto del 2007 di “Sos impresa” della Confesercenti sulla criminalità, ci spiega che la mafia fattura c.a 90 miliardi di euro (7,07% del PIL); lo tesso rapporto, parla di abusivismo commerciale per 13 miliardi di euro;
2. Il dipartimento di pubblica sicurezza ci parla del fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione in Italia: 5462 reati commessi nel 2006.

...tutti questi mafiosi e pubblici ufficiali corrotti hanno studiato e sono cresciuti in aule scolastiche col crocifisso ma, a quanto pare, non è bastato per fare di loro dei cittadini col senso della legalità e dell’etica cristiana.

La mia provocazione serve a dimostrare la mia idea, e cioè che prima di difendere il crocifisso (e vorrei sottolineare che Gesù ci chiede di NON essere idolatri), bisognerebbe divulgare la CULTURA della legalità, della fratellanza, del quieto vivere.
La cultura della vita, insomma, contro quella della morte.
Ho poca simpatia per l’istituzione della figura del Papa, ma voglio citare Giovanni Paolo II nel suo memorabile discorso contro la mafia:
“..dio ha detto una volta: non uccidere, non può l’uomo, qualsiasi umana agglomerazione, Mafia.. non può infangare e calpestare questo diritto santissimo di Dio..

Il crocifisso NON SERVE A NIENTE SENZA UNA COSCIENZA COLLETTIVA CULTURALE SUI TEMI PIU’ ELEMENTARI, COME I DIRITTI UMANITARI DELL’UOMO.

A scuola, nelle aule col crocifisso, vengono insegnate le convenzioni di Ginevra?
Viene insegnato il diritto civico?

Di cosa stiamo parlando a Vailate?
Di proteggere quale cultura, se pochissimi di noi conoscono la storia di Vailate, dell’Italia e dell’Europa intera?

Quella dell’Europa, citata dai nostri consiglieri per dimostrare la cristianità della nostra cultura, è una storia pregna di massacri e pulizie etniche (avete studiato le crociate, vero?), di torture, di centinaia di anni di roghi ed occupazioni sanguinose e violentissime di altri stati in nome di Dio (avete studiato la storia dell’America, vero?).
Una storia vissuta da una chiesa che ha TAGLIATO FUORI dalla propria gerarchia le donne, considerate “lo sterco del diavolo”, ed i movimenti che si rifacevano proprio a Gesù (francescani, semplici, e gli stessi cristiani gnostici, i primi divulgatori della parola di Gesù); una storia fatta di religioni politeiste, di miscugli ed ibridi (non c‘è festa cattolica che non sia un semplice adattamento di feste pagane pre-cristiane), come tutte le madonne che vengono celebrate in Italia ancora oggi.


Una storia di bieco uso dell’immagine sacra per scopi commerciali… che dire del commercio di reliquie? Senza andare lontano nel tempo e nello spazio, il Santuario di Caravaggio è quanto di più scandaloso possa esistere agli occhi di un vero cristiano: bancarelle colme di crocifissi d’oro e lampadine, alberghi, ristoranti, oggetti sacri falsi. E pensare che Gesù a Gerusalemme rovesciò tutti i banchi, e urlò allo scandalo, perché si faceva del commercio sotto al Tempio, considerato la casa di dio.

PERCHE' NESSUN CONSIGLIERE FA UNA MOZIONE CONTRO L'IGNOBILE USO DEL SIMBOLO CRISTIANO CHE SI FA NELLA CITTA' DI CARAVAGGIO PER SCOPI ECONOMICI?

Voglio concludere dicendo che, SECONDO IL MIO PERSONALISSIMO PARERE, il consiglio comunale in cui TUTTI i nostri consiglieri hanno votato in favore della mozione presentata dal gruppo “Vailate decidiamo insieme”, è stato un’incredibile mossa politica, volta ad assicurarsi la fidelizzazione di elettori cattolici di destra, di sinistra e dei moderati; in quella mozione e in quelle mani alzate, sempre secondo me, c’è davvero poco di cristiano.
Roberto D'Izzia

2 commenti:

Nicolo' Vincenti ha detto...

Fa venire i brividi leggere queste parole che ai giorni nostri sono così audaci e che invece dovrebbero essere le parole più banali e condivise.
Semplice, efficace e terribilmente vero. Ci sono ancora molti individui che hanno paura della semplice verità e la piegano ai loro scopi

liberoPensieRoberto ha detto...

Non so chi tu sia, ma ti ringrazio per il commento.